Sala 3
Nel decennio 1930-1940, pesantemente colpito dalla Grande Depressione del 1929, maturano i risultati pratici di decenni di studi di laboratorio e vengono introdotte sul mercato nuove importantissime materie plastiche.
Il PVC (Polivinilcloruro), conosciuto ma non utilizzato fin dal 1835, viene lanciato contemporaneamente da Union Carbide Chemicals in USA e IG Farben in Germania a partire dal 1939.
Il Polistirolo (PS), noto dal 1839 e studiato per decenni, viene prodotto dal 1929 da IG Farben in Germania e dal 1930 da Dow Chemical in USA, con processi mantenuti segreti.
L’utilizzo industriale ha luogo a partire dal 1935, con un grande impulso allo sviluppo di nuove applicazioni durante la Seconda Guerra Mondiale, quando l’occupazione della Malesia e delle Indie Olandesi da parte dei Giapponesi taglia l’approvvigionamento di gomma naturale all’Occidente. Nascono prima elastomeri sintetici a base di Butadiene e Stirene, e poi il Polistirolo: la sua trasparenza lo rende ideale per casalinghi, brocche, vassoi, set per pic-nic, posate a perdere, giocattoli, imballaggi, arredi e scenografie per Hollywood e Broadway, dando una impressione di fasto e di ricchezza a buon mercato. Il Poliometiloetacrilato (PMMA), noto fin dal 1887, viene sviluppato dal 1928 dalla Rohm & Haas, che lo commercializza in lastre rigide trasparenti (il Plexiglas) dal 1936.
Queste lastre, leggere e resistenti, attirano subito l’attenzione dell’industria bellica mondiale per realizzare cupolini trasparenti, periscopi, parabrezza e finestrature.
Contemporaneamente viene anche prodotto come Perspex dalla ICI in Inghilterra.
Seguiranno, nei decenni successivi, importanti applicazioni nel campo odontotecnico, nell’arredamento, nell’arte oggettuale, nell’archiviazione e trasmissione di segnali e dati digitali.
Il Nylon (PA), una poliammide ottenuta da Wallace H. Carothers facendo reagire esametilendiammina e acido adipico, viene lanciato dalla Du Pont de Nemours in USA, nel 1938.
Rivoluziona inizialmente l’industria tessile – introducendo un filato trasparente e robustissimo, ideale per calze, sottovesti e biancheria intima da donna – e trova applicazioni innumerevoli per l’industria bellica (è un tessuto ideale per i paracadute e per i rinforzi dei gommoni) e poi – come granulo stampabile – per cuscinetti volventi, ingranaggi, ruote dentate, ecc. I pescatori trovano finalmente il materiale ideale per lenze e reti.
Un polimero di grande successo, il Polietilene (PE), come spesso accadde è scoperto per caso nel 1933 nei laboratori della Alkali Division della ICI a Winnington, Inghilterra: appare come il sottoprodotto indesiderato della reazione fra etilene e benzene. ICI apre nel 1939 il primo impianto industriale e presto il Politene è impiegato per la costruzione dei radar che favoriranno le sorti degli Alleati nella Battaglia d’Inghilterra.
Esistono diversi tipi di Polietilene (a bassa ed alta densità, lineare, reticolato) che oggi è uno dei polimeri maggiormente usati e più economici.
In questi anni operano in Italia meno di cinquanta trasformatori di materie plastiche e solo una dozzina di officine meccaniche producono le macchine necessarie alla trasformazione.